la diagnosi è definitiva: soffro della sindrome di Alex Supertramp.
o del vento dell'Est (cit. chocolat)
o di Ulisse, ma nell'interpretazione di Penelope.
si, perché - come forse qualcuno ricorderà - sono riuscita a tessere tele (o meglio, lavori all'uncinetto), perfino in giro per il Marocco.
la necessità che periodicamente sento di riempire lo zaino, scartare il superfluo tenendo l'essenziale, è più forte di tutto il resto. ho bisogno di sentire che la buccia spessa che nel corso dei mesi di lavoro/casa/routine è cresciuta attorno al cuore si sfaldi poco a poco.
into the wild.
il piano, poi, è sempre lo stesso: partire con un po' di organizzazione e molta avventura. è nato così questo viaggio nell'Algarve duro e puro, tra Lagos e Sagres, a caccia di fari lontanissimi da raggiungere a piedi, di sentieri battuti dal vento e panorami che ti spaccano l'anima.
poi le Azzorre, indimenticabili! avrei così tanto da raccontare che non inizierò neppure. vi dirò, invece, dell'ultimo porto, della Lisbona pigra e regale come una vecchia diva; l'ho incontrata 24 ore prima di tornare alla base e ho scelto di dormire in un ostello familiare, il Lisbon Story.
per 50€ euro a notte (camera+colazione), avrete una stanza spartana e pulita con ventilatore. sappiatelo, si soffre il caldo e il bagno è al piano, condiviso.
eppure, il miniterrazo al piano di sopra, le aree comuni, la colazione super e la vista su Praça de D. Pedro IV aka Rossio non mi fanno dubitare: tornerò!
sicuramente non d'estate ;)