nel corso dell'incontro con la redazione di
CF [vedi
qui] ci viene fornito un formulario relativo alle sedie
Varier che testeremo; una delle domande fa riferimento al possibile uso dell'ergonomica meraviglia nella nostra attività professionale.
mai richiesta fu più pertinente.
perchè, sappiatelo, per lavoro io riscaldo la sedia. in senso stretto.
mi
occupo delle scartoffie d'ufficio, telefono, scrivo al pc per dovere e, per
diletto, allo smartphone (da quando il macBarb è entrato in
coma vigile, un mese or sono).
guido, per spostarmi dalla pace bucolica del mio
quartiere al resto del mondo. sempre e comunque col didietro termosaldato alla occasionale seduta.
poi cammino.
muy poco, 4/5 km al dì [parcheggio-ufficio A/R] nel verde, sul mare.
perchè - come dice molto meglio di me
Paul Auster - è con il movimento che si condensano le parole e (aggiungo io), nascono le buone idee, si riordinano i pensieri.
perciò, se non mettessi un piede dietro l'altro, difficilmente qualsiasi ispirazione potrebbe farsi largo nel turbinio della vita ultrasedentaria di tutti i giorni.
moi, divoratrice dei libri di
Bruce Chatwin sin dalla più tenera età, nel cv mille viaggi all'inseguimento di un'infame natura inquieta, ormai addomesticata?
chissà... comunque, non è quando provo la Varier che mi piace di più (
variable balans con schienale!) che capisco quanto faccia per me. ok, è un pezzo di storia del design ed è comodissima. ma io non sono un miniaturista, nè una restauratrice del Vaticano; potrei accontantentarmi di qualcosa di meno ergonomico. se non fosse che la filosofia di chi l'ha disegnata (
Peter Opsvik, ndr) sia esattamente la mia: siamo fatti per camminare.
quando mi dondolo sul mio oggetto del desiderio non c'è più dubbio: sono seduta, mi muovo.
ps, guardate quanto sono poetici ed efficaci gli schizzi dinamici di Opsvik, adoro
ps2, anche all'incontro con CF sono arrivata a piedi :)
ps3, soprattutto, grazie a Camilla - padroncina de
latazzinablu - involontaria modella della
mia variable balans.
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un giovane Opsvik al lavoro |
foto: Varier e Opsvik; schizzi: P. Opsvik